Si è tenuto al Marina Center di Marina di Loano il convegno su “Le nuove frontiere sul ‘Turismo del Benessere” per una vacanza geri-active” organizzato dall’associazione Progetto Donne e Futuro, presieduta dall’avvocato savonese Cristina Rossello, con la collaborazione di Marina di Loano e il patrocinio del Comune di Loano, della Provincia di Savona e della Regione Liguria.
Spiega Cristina Rossello: “Come dice la parola, la Silver Economy è un settore dell’economia sul quale bisogna puntare, perché l’anziano è sempre un più punto di riferimento. La scelta di Progetto Donne e Futuro è di occuparsi anche della generazione degli ultra-sessantacinquenni. Per quale motivo? Perché sono una forza, sono persone che hanno voglia e hanno le possibilità di fare, sono i primi ad aiutare le generazioni che vengono occupandosi anche materialmente dei nipoti e dei figli. Questo anche finanziariamente e non solo come sostegno e presenza famigliare”.
E per quanto riguarda il convegno, il tema è “valutare la possibilità di creare delle strutture di accoglienza che possano fornire un servizio mirato alla fascia degli ultra-sessantacinquenni che possono trovare qui una realtà importante, sia a livello alberghiero che sanitario. Nel nostro territorio ci sono le migliori condizioni climatiche e naturali ed i luoghi ed i piccoli centri hanno tutte le caratteristiche per accogliere questa fascia di popolazione al meglio. Senza contare le tante strutture di eccellenza. Su queste la Liguria deve puntare”.
Il sindaco di Loano, Luigi Pignocca, ha aggiungiunto: “Da sempre la Silver Economy rappresenta una ricchezza. A Loano si è sempre parlato di due stagioni: una stagione estiva, deputata al turismo in senso più ampio, ed una stagione invernale nella quale la nostra città accoglie numerosi turisti della terza età. Credo che questa seconda stagione oggi vada ridisegnata e rivista anche a fronte di un turismo che nella terza età sempre più attivo”.
L’assessore regionale alla sanità Sonia Viale chiosa: “La Silver Economy ed il turismo della terza età sono un’opportunità nel solco di una tradizione propria della nostra terra. Da sempre la Liguria è meta di persone (provenienti anche dal nord Europa) che qui trovano un clima ideale e un’aria sana. Per questo motivo dobbiamo attrezzarci per invogliare turisti della terza età a trascorrere qui periodi di convalescenza e di cura. Il sistema sanitario in questo senso diventa un elemento di attrazione: puntare sulla qualità del sistema sanitario è fondamentale. Perciò è necessario predisporre un’accoglienza turistica che sia anche sensibile alle istanze di una popolazione over 65 in salute ma che deve fare attenzione ad un regime di vita particolare”.
Dopo la presentazione dei lavori, c’è stato il saluto delle autorità intervenute: il sindaco Luigi Pignocca, il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri, il consigliere regionale e presidente della Commissione Affari e Bilancio della Regione Liguria Angelo Vaccarezza, il vicepresidente e assessore regionale alla Sanità Sonia Viale. In seguito la presidente di Progetto Donne e Futuro Cristina Rossello ha introdotto il tema del convegno. Alle 10 è seguita la relazione magistrale da parte del presidente di FTourism & Marketing Josep Ejarque sul tema “Il turismo nella Riviera di ponente. Una nuova opportunità”.
Sono seguite le testimonianze degli ospiti intervenuti: Massimiliano Cossu, ceo del portale Sardegna.com, è intervenuto sul tema “Open Voucher e Sardinian Long Stayt Winter”; Alessandro Scarrone, sales manager Hospitality and Residential di Technogym, ha relazionato su “Technogym, uno stile di vita”; Aljoša Ota, direttore dell’Ente Sloveno per il Turismo in Italia, ha parlato de “L’approccio della Slovenia come destinazione di benessere”; Luca Carmignani, primario del Politecnico di San Donato, ha presentato il “Turismo sanitario, una sfida per il futuro”; Pietro Paolo Giampellegrini, commissario straordinario dell’Agenzia In Liguria, ha analizzato “Una nuova opportunità di promozione della Liguria”. Alle 12.15 il dibattito e alle 12.30 le conclusioni, affidate nuovamente alla presidente Cristina Rossello.
VIDEO INTERVISTA A CRISTINA ROSSELLO (IVG.IT)
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L’invecchiamento della popolazione è un dato di fatto che tutti noi conosciamo, ma è sempre utile ricordare alcuni dati: l’Italia è il paese più anziano d’Europa ed è seconda a livello mondiale preceduta solo dal Giappone.
• Nel 2016 gli ultrasessantacinquenni rappresentavano il 21% della popolazione mondiale, il 19,5% in Europa e il 22,7% in Italia.
Il 2018 è stato l’anno in cui per la prima volta in 160 anni (cioè dalla nascita del nostro Paese in quanto Italia unita) gli ultra sessantenni hanno superato numericamente i giovani che non hanno compiuto trent’anni.
• Sempre in Italia si stima che nel 2036 i cittadini senior saranno il 29% della popolazione (con oltre il 5% di ultraottantenni) e continueranno a crescere fino a raggiungere il 35,1% nel 2050 (contro una percentuale media del 29,8% riferita all’Europa).
• A livello territoriale le “regioni più vecchie” si trovano in Italia soprattutto al centro-nord; la più vecchia è la Liguria, mentre la Lombardia è fra le regioni “più giovani” con una percentuale di ultrasessantacinquenni inferiore al 20%.
Fermarsi ai numeri è però riduttivo. Se è vero infatti che in Italia fra poco avremo 1 anziano (65+) ogni 4 abitanti è anche vero che quello che avremo di fronte sarà un “nuovo anziano” che “non si sente ancora vecchio”.
Un sondaggio dell’ “Osservatorio Senior” ci svela infatti che “la percezione della propria anzianità è sempre più decrescente”; alla domanda “si sente anziano ?” rivolta a un campione di cittadini fra i 65 e i 74 anni il 37% ha risposto “poco” e il 43% “per nulla”; solo il 20% ha dato risposte varianti fra “molto” (2%) e “abbastanza” (18%).
Il profilo dell’italiano ultrasessantacinquenne che ci dà l’ISTAT è quello di una persona che vive in una casa di proprietà, ha mezzi e tempo a disposizione per aiutare anche economicamente i familiari (30% dei casi), ha una vita sociale più ricca e frequenta più spesso gli amici, fa sport (il 14,4% tra i 65 e i 74 anni), va in vacanza e si dedica sempre di più ad attività di volontariato.
I suoi consumi – se vive in coppia e senza figli – sono più alti della media italiana e sono relativi soprattutto a tutto ciò che riguarda la casa, la salute e l’ alimentazione. È poi significativo che rispetto a dieci anni fa gli anziani spendano di più per Internet (utilizzato da quasi il 30% dei 64 -74enni), per attività culturali (teatro, cinema e musei) e per la pratica sportiva.
Gli ultrasessantacinquenni in altre parole spendono di più ( nel 2016 circa 180 miliardi € equivalente al 25% della spesa annuale di tutte le famiglie italiane) e soprattutto sono consapevoli delle nuove opportunità offerte loro da uno stato di salute migliore.