Il suo tasso di femminilizzazione degli occupati, stori- camente molto alto ma contemporaneamente ancora in crescita, rende la Valle d’Aosta un esempio virtuoso an- che per l’imprenditoria in rosa. Dati camerali dell’Osser- vatorio sull’Imprenditoria Femminile alla mano, infatti, durante il 2006 nell’area regionale il 25,5% delle imprese
complessivamente registrate risultavano rientrare nel novero di quelle femminili con 3.761 realtà su un totale di 14.703. Un dato senz’altro signi cativo, questo, ma destinato a crescere ancora guardando alle imprese “attive” che risultavano essere 3.353 su un totale di 12.728. Ma chi sono queste donne imprenditrici? Lo spiegano, ancora, numeri e tabelle. La concentrazione maggiore è nella fascia di età tra i 30 e i 69 anni (l’87% del totale) anche se, al passare degli anni, si registra un progressivo invecchiamento con la crescita di 16 punti percentuali delle over 70 e una conseguente diminuzione tra le under 30, il che sottolinea la tendenza generale ad accede- re all’attività imprenditoriale solo con la maturità lavorativa e comunque molto raramente come prima attività. E se questo può essere considerato una caratteristica comune delle donne imprenditrici che vivono ed opera- no in Valle d’Aosta, a diversi care questo gruppo – in effetti estremamente variegato – intervengono gli ambi- ti d’attività percorsi. I settori d’intervento, infatti, sono molteplici e, anche se la maggior parte delle realtà spaziano tra il mondo del commercio e quello alberghiero (il 42% del totale), le più giovani sembra prediligere il settore delle costruzioni, dell’intermediazione finanziaria e dei servizi alla persona mentre le ultra-settantenni si orientano piuttosto verso le attività legate all’istruzione e all’agricoltura.
Donne che, però, hanno come tratto comune un forte radicamento nella vita locale anche se la regione ma è, nel 40% dei casi, quella di nascita. Il 34% di loro, infatti, proviene da altre regioni italiane (perlopiù dal vicino Piemonte) mentre il 4% è di origine straniera. Tra queste ultime la maggior parte arriva dai paesi dell’Unione Europea mentre quelle di origine extra-comunitaria sono in numero ridotto e, stando ai dati contenuti nell’Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel settore terziario diffusi nel 2011, rendono la regione Valle d’Aosta tra quelle a più basso tasso di multietnicità imprenditoriale in Italia. Una particolarità, questa, che è destinata a stupire specialmente se si considera che – dalle indagini realizzate dal Gruppo Terziario Donna Confcommercio e dal Censis nello stesso anno – risulta, a livello nazionale, che addirittura il 70% delle donne straniere quando arrivano nel paese investono nelle imprese. In questo senso, quindi, la Valle d’Aosta appare come un’eccezione che, però, è sicuramente dovuta anche alle particolarità del contesto imprenditoriale sul territorio nel quale si trova un tessuto di realtà molto parcellizzate e di piccole dimensioni. Nella regione, infatti, solo il 4% delle imprese sono società di capitali (contro il 13% del livello medio regionale) e solo il 7% può contare su un capitale superiore ai 50mila euro (a fronte di un 56% delle imprese in rosa “con capitale assente”). Quale che sia la struttura e il peso aziendale, comunque, tra le imprenditrici che operano nella zona quasi 2 su 3 rivestono ruoli operativi e di responsabilità).
Per quanto riguarda, in ne, il punto di vista territoriale nella Valle d’Aosta le aree turistiche raccolgono il 19% delle imprese femminili (e il 23% del numero delle imprenditrici totali) mentre quasi un terzo delle realtà organizzate in forme societarie – e la maggior parte di quelle gestite dalle più giovani – sono concentrate nella zona del capoluogo di regione. Conclude questa panoramica la situazione della Media Montagna e dell’Alta Valle nelle quali, data la strutturazione più tradizionale, le imprese femminili e il numero di imprenditrici attive appaiono sottorappresentate e dove ad operare sono – per oltre il 70% dei casi – donne di origine valdostana.