L’esposizione, curata da Francesca Brignoli, ideata e prodotta dal Comune di Carpi – Archivio Storico Comunale, in collaborazione con i Musei di Palazzo dei Pio di Carpi, col contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Carpi, si concentra su Al di là del bene e del male (1977) uno dei film più audaci e visionari della regista carpigiana che racconta l’esperienza limite vissuta da Lou Salomè, Friedrich (Fritz) Nietzsche e Paul Rée e presenta materiali di lavorazione, foto di scena, bozzetti, musiche, manifesti, articoli di stampa ma anche significative installazioni ispirate alle scene del film, tutti provenienti dall’archivio Cavani.
Il percorso si apre nella Sala dei Cervi con una serie di stazioni di approfondimento di alcuni degli argomenti che la pellicola evidenzia, come quello riguardante Friedrich Nietzsche, il casting e gli attori, la danza del bene e del male, il “femminile” del film e altri ancora e prosegue con la proiezione di vari frammenti del film. Nella Sala degli Stemmi, invece, si troverà un’installazione, composta dalle musiche della colonna sonora originale, con brani di Charles Gounod, Gustav Mahler, Wolfang Amadeus Mozart, Robert Schumann e altri.
Complesso e spettacolare, il film – intitolato inizialmente, e sempre nietzschianamente, L’eterno ritorno – è ispirato al pensiero e all’opera di Friedrich Nietzsche e narra l’esperienza di una relazione a tre – la “trinità” – in cui la donna è al vertice di una geometria intellettuale, psichica e sensuale.
Libera da convenzioni, oltre le categorie etiche di bene e male, la donna, vero superuomo nietzschiano, lascia alle spalle l’Ottocento e i due uomini amati, entrando con curiosità ed energia nel nuovo secolo, così carico di aspettative e di tragedie imminenti, su cui si riverbera il pensiero del filosofo tedesco.
La mostra vuole rendere giustizia a un film di grande impegno culturale e di suggestivo impatto visivo, con cui Liliana Cavani conferma a livello internazionale la sua piena maturità di regista, stimolando dibattiti intellettuali e scatenando crude reazioni.
Liliana Cavani, regista e sceneggiatrice di opere dal forte impatto socio-politico, comincia il suo percorso cinematografico negli anni ‘60 e si afferma come una delle figure più rilevanti del cinema italiano, raggiungendo la fama internazionale nel 1974 appunto con Il portiere di notte. Vincitrice di un David di Donatello alla carriera nel 2012, ha lavorato anche a cortometraggi, documentari storici, e come regista di film televisivi, opere liriche e teatrali.
Commento di Cristina Rossello: « Liliana Cavani, protagonista della resilenza e regista dello scandalo, per di più donna. Provocatrice, intellettuale e trasgressiva. Ed è questa sua frase che meglio la descrive: “Ritengo i miei film dei drammi autentici, classici quasi. Forse si tratta di intendersi sulla “struttura drammatica”. Pongo sempre individui al centro di uno scandalo rappresentato da loro stessi per il fatto di essere così come sono. Lo conduco fino alle estreme conseguenze senza fare il moralino finale: mi si rimprovera di non “risolvere” (ci sono già tanti moralisti a risolvere…)» (Cavani).
Immagine di copertina: Liliana Cavani, courtesy Archivio storico comunale di Carpi, Fondo Liliana Cavani